Santa Lucia: weekend secondo, capitolo primo

E ieri sono tornata in pista per il secondo fine settimana della Fiera della Birra Artigianale di santa Lucia di Piave, dedicato ai birrifici triveneti. Ho iniziato da un birrificio a me ancora sconosciuto per quanto abbia aperto lo scorso anno, il Lzo-Lorenzetto di Conegliano. Agribirrificio per la precisione - per quanto il titolare, Jacopo, affermi di non voler calcare la mano su questa definizione - che produce da sé l'orzo che fa poi maltare in Germania e il coriandolo - il luppolo è nei progetti del prossimo futuro, per ora si appoggia  a Villa Chazil. Tra la red ale Baal, la bianca Candice, la golden ale Cima, la california (un)common Riot Ale e la golden ale con luppolo fresco Wet Hop ho provato quest'ultima: trattasi di una monoluppolo Cascade - costata ore di duro lavoro, ha riferito Jacopo, dato che il luppolo fresco deve essere lavorato entro poche ore - in cui l'agrumato tipico del cascade risulta ancora più fresco e quasi erbaceo, senza però lasciare persistenze vegetali ma chiudendo anzi in maniera pulita e di un amaro non aggressivo.E' stato poi un piacere ritrovare il Couture, di cui ho provato la Helles biologica e la Pils interamente prodotta con materie prime proprie. Un tedesco "purista" la troverebbe probabilmente un po' "sbilanciata" verso il luppolo (Perle per la precisione), con i suoi aromi floreali; rimane comunque una birra piacevole e discretamente aromatica per il genere, con un cirpo sì sile e scorrevole ma non evanescente, che chiude poi su un amaro delicato che richiama i toni dell'aroma. Sono poi passata alla Pils, con Saaz e Northern Brewer di loro produzione. Anche questa decisamente aromatica per lo stile, è l'ultima nata di casa Couture; a mio parere - condiviso peraltro anche dal birraio - c'è un attimo da aggiustare l'equilibrio tra la componente maltata e quella luppolata (del resto si sa che le pils sono terreno delicato), ma ho fiducia nell'operato di Andrea.Interessante è stata anche la sosta al Salgaro, beerfirm che si sta avviando ad avere un impianto proprio - e che ha pure rinnovato lo stand, con sgabelli e tavoli di legno, rendendolo decisamente accogliente. Salgaro ha portato in anteprima la nuova Brown Ale, la Siora Bruna: una birra che, pur scontando al momento il fatto di essere ancora giovane, esibisce una componente tra il tostato e il caramellato ben bilanciata - con il tostato che emerge man mano che si scalda - e chiude sull'amaro erbaceo del Fuggle.Anche Mr Sez ha portato una novità, una Vienna con mandarina bavaria in monoluppolo: come Vienna è piuttosto fuori stile, ma credo potrà fare la felicità degli amanti di certe apa, dalla luppolatura agrumata sì ma morbida e non eccessiva, e dal corpo dai sentori biscottati ma comunque snello. Novità anche in casa Sognandobirra, con la ale ambrata della nuova linea F999 - una linea "semplice", intesa come complementare a quella classica e più ricercata - dalla luppolatura estremamente lieve e dal corpo che nonostante la tostatura ben presente risulta snello e beverino.Simpatica conoscenza è stato poi il birrificio Plotegher, da Besenello (TN). Se passate di lì, fatevi raccontare la curiosa storia di come, seguendo le tracce dei cimbri che hanno popolato le valli trentine, la famiglia Plotegher sia arrivata fino in Danimarca; dove non solo ha imparato a fare la birra, ma si è anche imbattuta in un'antica ricetta che - almeno così si racconta - è stata tramandata attraverso le generazioni dai tempi appunto dei vichinghi. Ricetta che peraltro i Plotegher intendono riprodurre fedelmente, ricreando addirittura alcuni aspetti che in sé e per sé sarebbero oggi considerati difetti - grazie anche ad un impianto realizzato da loro. È così nata la Valkirija, definita come "viking keller"; a cui si sono aggiunte la Ol - "birra" in danese -, una lager chiara semplice e beverina; e la Corcolocia, una "Viking porter" che prende il nome da un gallinaceo che abita le valli trentine (il corcolocio) e che presenta la peculiarità dell'aggiunta di resina di larice da Guardia di Folgaria. Ieri ho scelto di provare quest'ultima: schiuma fine e persistentissima, aromi e sapori intensamente tostati e di cioccolato, che si uniscono al balsamico della resina man mano che la temperatura sale. Inutile dire che mi è rimasta la curiosità di assaggiare che cosa sia una "Viking Keller", provvederò a togliermi lo sfizio...

Mini tour birraio della Polonia: Varsavia e Cracovia

Visitai per la prima volta la Polonia sette anni fa. Ebbi l’impressione di una nazione ancora molto disorganizzata e in cui era molto difficile muoversi senza sapere qualcosa nella lingua locale, visto che le indicazioni in inglese scarseggiavano. Un paio di settimana fa ci sono tornato per un week end con lo scopo di fare visita …

Mini tour birraio della Polonia: Varsavia e Cracovia

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Mini tour birraio della Polonia: Varsavia e Cracovia

Visitai per la prima volta la Polonia sette anni fa. Ebbi l’impressione di una nazione ancora molto disorganizzata e in cui era molto difficile muoversi senza sapere qualcosa nella lingua locale, visto che le indicazioni in inglese scarseggiavano. Un paio di settimana fa ci sono tornato per un week end con lo scopo di fare visita …

Birrai di tutte le regioni, unitevi

E' di un paio di giorni fa la notizia del deposito di una proposta di legge regionale in Fvg, a firma dei consiglieri Marsilio, Gerolin ed Edera, per la creazione di un marchio unico della birra artigianale Fvg e il sostegno finanziario per l'acquisto di attrezzatura. Una proposta a cui si lavorava da tempo e che fa il paio con altre iniziative analoghe, come quella in Veneto - di cui avevo scritto qui - e che ha fatto trarre un "finalmente" di soddisfazione a produttori ed appassionati.Secondo quanto scrive Il Piccolo, "La bozza di legge prevede allora la creazione di un marchio collettivo che identifichi chiaramente prodotti e produttori, accompagnato dall'istituzione di un apposito registro dei birrifici. La promozione del marchio sarà affidata all'Ersa, che già si occupa di spingere la produzione vitivinicola regionale. L'altro asse della legge è il supporto all'innovazione delle lavorazioni, con finanziamenti ad hoc per l'acquisto di macchinari e la formazione degli operatori. Come spiega Marsilio, «verranno usati i capitoli di spesa già previsti per il sostegno alle aziende artigiane, ma chi investe nella filiera della birra potrà contare su punteggi aggiuntivi nelle graduatorie. Vogliamo favorire la nascita e lo sviluppo di aziende in un segmento in grande crescita, che permetterà inoltre di avviare interessanti filiere produttive in campo agricolo»".I contenuti sono quindi leggermente diversi da quelli del Veneto, pur rimanendo lo scopo sostanzialmente il medesimo; ad attirare la mia attenzione è stata in particolare la parte riguardante il finanziamento per l'acquisto di macchinari e la formazione. Diciamocelo, la coperta è corta: infatti vengono usati capitoli di spesa già previsti per le aziende artigiane. Non essendo quindi stato stanziato un solo centesimo in più, gioco forza il legislatore si è trovato a fare una scelta, destinando questo denaro ai birrifici piuttosto che ad altre aziende. E fin qui, si dirà, buon per i birrifici - che magari si inimicheranno qualche altra azienda, ma questo è un altro discorso. Interessante sarà però vedere all'opera i criteri con cui questi punteggi aggiuntivi nelle graduatorie saranno assegnati. Se l'intento è quello di "favorire la nascita e lo sviluppo di aziende in un settore in grande crescita", è altretttanto vero che c'è chi accusa come questa crescita sia già eccessiva, con microbirrifici che spuntano ogni giorno come funghi e magari senza solide basi. Di qui l'importanza appunto dei criteri: se si vuole davvero favorire il settore, è evidentemente cruciale evitare finanziamenti a pioggia che rincorrano mille realtà diverse senza davvero sostenerne alcuna in maniera significativa. Come identificare dunque i "meritevoli" è una buona domanda: sulla base di un credibile e dettagliato progetto di investimento per la crescita dell'azienda? Su parametri indicativi della performance dell'azienda (trend del volume di produzione e delle vendite, riconoscimenti ricevuti, ecc)? Naturalmente qualsiasi parametro è discutibile, mi chiedo quali saranno poi alla prova dei fatti: ricordiamoci che stiamo parlando di un progetto di legge, per cui si vedrà soltanto dopo l'approvazione - data praticamente per certa dati i numeri in Consiglio dei gruppi che hanno espresso il loro sostegno - e in sede di applicazione dove si andrà effettivamente a parare.Per intanto si tratta comunque di un gol messo a segno per i friulani, e che conferma come il Nordest sia tra le zone d'Italia più attive su questo fronte.

Birrai di tutte le regioni, unitevi

E' di un paio di giorni fa la notizia del deposito di una proposta di legge regionale in Fvg, a firma dei consiglieri Marsilio, Gerolin ed Edera, per la creazione di un marchio unico della birra artigianale Fvg e il sostegno finanziario per l'acquisto di attrezzatura. Una proposta a cui si lavorava da tempo e che fa il paio con altre iniziative analoghe, come quella in Veneto - di cui avevo scritto qui - e che ha fatto trarre un "finalmente" di soddisfazione a produttori ed appassionati.Secondo quanto scrive Il Piccolo, "La bozza di legge prevede allora la creazione di un marchio collettivo che identifichi chiaramente prodotti e produttori, accompagnato dall'istituzione di un apposito registro dei birrifici. La promozione del marchio sarà affidata all'Ersa, che già si occupa di spingere la produzione vitivinicola regionale. L'altro asse della legge è il supporto all'innovazione delle lavorazioni, con finanziamenti ad hoc per l'acquisto di macchinari e la formazione degli operatori. Come spiega Marsilio, «verranno usati i capitoli di spesa già previsti per il sostegno alle aziende artigiane, ma chi investe nella filiera della birra potrà contare su punteggi aggiuntivi nelle graduatorie. Vogliamo favorire la nascita e lo sviluppo di aziende in un segmento in grande crescita, che permetterà inoltre di avviare interessanti filiere produttive in campo agricolo»".I contenuti sono quindi leggermente diversi da quelli del Veneto, pur rimanendo lo scopo sostanzialmente il medesimo; ad attirare la mia attenzione è stata in particolare la parte riguardante il finanziamento per l'acquisto di macchinari e la formazione. Diciamocelo, la coperta è corta: infatti vengono usati capitoli di spesa già previsti per le aziende artigiane. Non essendo quindi stato stanziato un solo centesimo in più, gioco forza il legislatore si è trovato a fare una scelta, destinando questo denaro ai birrifici piuttosto che ad altre aziende. E fin qui, si dirà, buon per i birrifici - che magari si inimicheranno qualche altra azienda, ma questo è un altro discorso. Interessante sarà però vedere all'opera i criteri con cui questi punteggi aggiuntivi nelle graduatorie saranno assegnati. Se l'intento è quello di "favorire la nascita e lo sviluppo di aziende in un settore in grande crescita", è altretttanto vero che c'è chi accusa come questa crescita sia già eccessiva, con microbirrifici che spuntano ogni giorno come funghi e magari senza solide basi. Di qui l'importanza appunto dei criteri: se si vuole davvero favorire il settore, è evidentemente cruciale evitare finanziamenti a pioggia che rincorrano mille realtà diverse senza davvero sostenerne alcuna in maniera significativa. Come identificare dunque i "meritevoli" è una buona domanda: sulla base di un credibile e dettagliato progetto di investimento per la crescita dell'azienda? Su parametri indicativi della performance dell'azienda (trend del volume di produzione e delle vendite, riconoscimenti ricevuti, ecc)? Naturalmente qualsiasi parametro è discutibile, mi chiedo quali saranno poi alla prova dei fatti: ricordiamoci che stiamo parlando di un progetto di legge, per cui si vedrà soltanto dopo l'approvazione - data praticamente per certa dati i numeri in Consiglio dei gruppi che hanno espresso il loro sostegno - e in sede di applicazione dove si andrà effettivamente a parare.Per intanto si tratta comunque di un gol messo a segno per i friulani, e che conferma come il Nordest sia tra le zone d'Italia più attive su questo fronte.

AB Inbev acquista anche Boxing Cat (Cina): la nuova strategia dell’industria inizia a preoccupare

Chi pensava che dopo le tante acquisizioni negli Stati Uniti lo shopping delle multinazionali nel comparto della birra artigianale si sarebbe arrestato, oggi deve ricredersi. Non solo le acquisizioni hanno iniziato a espandersi verso altre nazioni, ma stanno sempre più assumendo la forma di un fenomeno isterico e lontano da una logica evidente. All’inizio tali manovre ...

Nuove birre italiane da Doge, Hibu, Agrilab, Birrapulia e Kashmir

La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane parte con la linea parallela del Birrificio del Doge, annunciata appena qualche giorno fa. Si chiama Doge People e si compone di quattro produzioni piuttosto dirette, senza particolari orpelli: “facili di capire, facili da cogliere, facili da ricordare”. Anche le etichette (semplici ma d’impatto) e i nomi ...

Italia in evidenza al Barcelona Beer Challenge: 25 medaglie di cui 6 d’oro

Nel fine settimana appena concluso si è tenuto in Spagna il Barcelona Beer Festival e contestualmente alla manifestazione sono stati svelati i risultati del Barcelona Beer Challenge, concorso internazionale molto giovane ma che gode già di una certa considerazione nell’ambiente. I risultati per i nostri birrifici sono stati egregi, con ben 25 medaglie ottenute e ...