Nuove birre da Alveria + Mosaik, Almond, Eastside + War e altri

Apriamo la panoramica di oggi sulle nuove birre italiane con una collaborazione tutta siciliana tra due importanti esponenti della locale scena brassicola. Da una parte c’è il Mosaik, che da cinque anni- il quinto compleanno è stato festeggiato durante la recente Settimana della Birra Artigianale – porta avanti una grande attività di evangelizzazione birraria nella …

Ottima Italia al Barcelona Beer Challenge: sugli scudi PBC e Bionoc’

Nonostante sia nato in tempi recenti, il Barcelona Beer Challenge è uno dei concorsi internazionali in cui i birrifici italiani partecipano con maggiore assiduità. Anche per questo motivo regala da sempre grande soddisfazioni al nostro movimento: probabilmente ricorderete la vittoria assoluta del Birrificio di Cagliari nella scorsa edizione, ma in generale l’Italia riesce sempre a …

Prossimi eventi: Sourest, Lombardia Beer Fest, Mastro Birraio e San Patrizio

Dopo la tranquillità degli ultimi mesi, questo marzo birrario ci ha regalato tantissimi appuntamenti. Oggi in particolare diamo un’occhiata agli eventi birrari previsti nell’ultimo fine settimana del mese, ma prima segnaliamo che da oggi fino a domenica saranno presenti in Italia tre birrifici irlandesi (San Patrizio vi dice nulla?), impegnati in un tour tra diversi …

Tornano i false friends della birra: non fatevi ingannare dai nomi degli stili!

In un articolo risalente a ottobre 2018 introdussi i false friends della birra. Così come in linguistica questa espressione è utilizzata per indicare termini che, per la loro similitudine con parole di altre lingue, possono suggerire una traduzione sbagliata, allo stesso modo nella cultura birraria esistono nomi di stili facilmente fraintendibili. All’epoca ad esempio citai …

Nuove birre da Vento Forte, Jungle Juice, Olmaia, Mister B, Croce di Malto e Malatesta

Nel ricchissimo panorama birrario internazionale c’è uno stile che incorpora quasi sempre il concetto di collaboration brew: quello rappresentato dalle Italian Grape Ale. Per un birraio, infatti, aggiungere tra gli ingredienti il mosto di uva (o semplicemente il frutto) significa creare un legame importante con il proprio fornitore, cioè la cantina vinicola di riferimento. È …

Atleti russi aggressivi e maleducati: vietata la birra nei test antidoping

Come racconta Sky Sport, l’agenzia russa per l’antidoping ha deciso di vietare ai suoi atleti di bere birra per agevolare i test delle urine dopo le prestazioni sportive. Quello del consumo di birra è infatti un escamotage utilizzato per favorire la produzione di urina nei test antidoping, grazie all’effetto diuretico della nostra bevanda che ben …

Novità in quel di The Lure

Dopo aver pubblicato, per il Giornale della Birra, l'articolo sull'innovativo sistema per confezionare la birra in lattina del birrificio The Lure - che trovate qui - mi era venuta la curiosità di andare a vedere di persona; e così ho fatto un giro in quel di Redipuglia, per provare le ultime novità - e le lattine, naturalmente. Tra le birre disponibili alla spina, quelle che non avevo mai provato erano due - la Hop Revolution, definita come "India Pale Lager" (devo dire che ormai, tra Hoppy Lager e affini, la sperimentazione in questo campo è quantomai vivace), e la Amaretti, una brown ale con aggiunta in fermentazione di biscotti e liquore all'amaretto.La prima, come del resto ci si aspetta da una birra di questo genere, è estremamente profumata, con una girandola di aromi perlopiù sul citrico, ma che coprono una gamma che va dalla frutta tropicale alla resina; prima di un corpo decisamente esile a beneficio di beverinità - fin troppo, a mio parere, avendolo trovato quasi sfuggevole nell'accostamento con un aroma tanto robusto - e di una chiusura netta e secca che ritorna su un amaro agrumato. Va detto che, al di là della mia personale opinione sull'esilità del corpo e sull'equilibrio complessivo delle componenti, si capisce che un gioco di questo genere era nelle intenzioni del birraio; e che rimane una birra che centra la volontà di essere fresca, gradevole e scorrevole, da bersi a litri.Di tutt'altro genere, naturalmente, la Amaretti. Caramellata all'olfatto, robusta, calda e vellutata in bocca con note biscottate, esibisce un finale di un amaro netto che elimina il dolce precedente e invoglia al sorso successivo. Man mano c che si scalda naturalmente evolve, risultando man mano più calda e caramellata in bocca, ma senza arrivare ad evidenziare note alcoliche. Ammetto che il primo pensiero di fronte ad una birra all'amaretto era stato "ommioddio", invece devo dire che il risultato finale è di un apprezzabile equilibrio. Una birra all'amaretto, insomma, non un amaretto alla birra come in prima battuta avevo temuto (ma neanche troppo, conoscendo il birraio, che - memore della sua carriera da pianista - fa birra come un musicista prepara un pezzo: si lavora e si affina finché non è pulito e scorrevole, virtuosismi e bizzarrie compresi).Da ultimo, nota di merito alle ragazze al banco per la loro disponibilità e per la buona spillatura.E le lattine? Per ora ammetto di averne aperta soltanto una, quella della blanche Pink. Per quanto, specie per questo stile in cui la schiuma è componente ancor più rilevante di altri, la si apprezzi meglio servita a dovere alla spina, confermo - come anticipatomi da Lorenzo in occasione dell'articolo - di non aver trovato per il resto differenze rilevanti, né difetti nella conservazione che ne abbiano pregiudicato la freschezza. Un sistema per promuovere l'asporto che, a mio avviso, può quindi funzionare anche per piccole realtà e specialmente i brewpub.

Novità in quel di The Lure

Dopo aver pubblicato, per il Giornale della Birra, l'articolo sull'innovativo sistema per confezionare la birra in lattina del birrificio The Lure - che trovate qui - mi era venuta la curiosità di andare a vedere di persona; e così ho fatto un giro in quel di Redipuglia, per provare le ultime novità - e le lattine, naturalmente. Tra le birre disponibili alla spina, quelle che non avevo mai provato erano due - la Hop Revolution, definita come "India Pale Lager" (devo dire che ormai, tra Hoppy Lager e affini, la sperimentazione in questo campo è quantomai vivace), e la Amaretti, una brown ale con aggiunta in fermentazione di biscotti e liquore all'amaretto.La prima, come del resto ci si aspetta da una birra di questo genere, è estremamente profumata, con una girandola di aromi perlopiù sul citrico, ma che coprono una gamma che va dalla frutta tropicale alla resina; prima di un corpo decisamente esile a beneficio di beverinità - fin troppo, a mio parere, avendolo trovato quasi sfuggevole nell'accostamento con un aroma tanto robusto - e di una chiusura netta e secca che ritorna su un amaro agrumato. Va detto che, al di là della mia personale opinione sull'esilità del corpo e sull'equilibrio complessivo delle componenti, si capisce che un gioco di questo genere era nelle intenzioni del birraio; e che rimane una birra che centra la volontà di essere fresca, gradevole e scorrevole, da bersi a litri.Di tutt'altro genere, naturalmente, la Amaretti. Caramellata all'olfatto, robusta, calda e vellutata in bocca con note biscottate, esibisce un finale di un amaro netto che elimina il dolce precedente e invoglia al sorso successivo. Man mano c che si scalda naturalmente evolve, risultando man mano più calda e caramellata in bocca, ma senza arrivare ad evidenziare note alcoliche. Ammetto che il primo pensiero di fronte ad una birra all'amaretto era stato "ommioddio", invece devo dire che il risultato finale è di un apprezzabile equilibrio. Una birra all'amaretto, insomma, non un amaretto alla birra come in prima battuta avevo temuto (ma neanche troppo, conoscendo il birraio, che - memore della sua carriera da pianista - fa birra come un musicista prepara un pezzo: si lavora e si affina finché non è pulito e scorrevole, virtuosismi e bizzarrie compresi).Da ultimo, nota di merito alle ragazze al banco per la loro disponibilità e per la buona spillatura.E le lattine? Per ora ammetto di averne aperta soltanto una, quella della blanche Pink. Per quanto, specie per questo stile in cui la schiuma è componente ancor più rilevante di altri, la si apprezzi meglio servita a dovere alla spina, confermo - come anticipatomi da Lorenzo in occasione dell'articolo - di non aver trovato per il resto differenze rilevanti, né difetti nella conservazione che ne abbiano pregiudicato la freschezza. Un sistema per promuovere l'asporto che, a mio avviso, può quindi funzionare anche per piccole realtà e specialmente i brewpub.