Santa Lucia, capitolo primo

Ok, ok: non fate come una mia amica che, quando le ho detto di essere impegnata per Santa Lucia nel weekend, mi ha risposto "Ma Santa Lucia non era il 13 dicembre?". Confido che, se state leggendo questo blog, sappiate che mi sto riferendo alla Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave - di cui tante volte ho già scritto, e con cui come sapete collaboro, giusto per trasparenza. Durante il primo weekend dedicato ai birrifici italiani ho sia fatto nuove conoscenze che ritrovato vecchi amici, nonché assaggiato nuove birre dai vecchi amici; mi limiterò quindi ad una veloce panoramica su nuovi amici e nuove birre.La prima nuova conoscenza è stato l'agribirrificio senese La Diana, di cui mi è stata suggerita la apa La Pia (tutti i nomi delle birre sono dei richiami danteschi) fresca di titolo di "Birra Quotidiana" Slow Food. In effetti il titolo è appropriato, nella misura in cui si tratta di una birra pensata per la facile beva e senza alcun eccesso - aroma agrumato sì ma non invasivo, corpo non evanescente ma comunque molto snello con una punta caramellata, e finale di un amaro che pulisce ma delicato e senza persistenze.Altro nuovo ingresso è La Gramigna, birrificio di Casa del Diavolo (Perugia). Novità della casa che mi hanno suggerito di provare è la Neipa, con il 30% di cereali non maltati. La relativa nota acidula si nota infatti sia nel corpo che già leggermente all'aroma, dove spiccano però di più i toni agrumati e di frutta a pasta gialla del luppolo (e del lievito del Vermont, mi ha anche detto al birraio, che ha una caratteristica nota di albicocca. Personalmente non sono riuscita ad "isolare" l'albicocca nello specifico, ma riferisco per onor di cronaca). Anche questa di facile bevibilità, più impegnativo invece il finale di un amaro secco, netto e persistente.Con piacere ho poi rivisto i Chianti Brew Fighters, che hanno presentato la nuova rauch La Bruciata. Non immaginatevi la classica rauch di Bamberga, questa rimane nettamente più delicata all'aroma nonostante il 55% di malto rauch; scorrevole in bocca, per quanto il corpo sia più pieno delle controparti tedesche, e leggermente sapida sul finale data l'aggiunta di fleur de sel. Si può addirittura dire che disseta, a differenza di certe rach molto "importanti" - che personalmente mi fanno chiedere un bicchier d'acqua alla fine, per quanto possano essere buone - tanto che l'ho trovata abbinarsi bene con il fritto per contrasto.Ho ritrovato anche il birrificio Trami, con la nuova versione della loro ipa Bleis. Una ipa da tradizione inglese con luppoli inglesi - non aspettatevi quindi esplosioni di agrumi, ma piuttosto toni erbacei, terrosi e balsamici -, ma assai più delicata rispetto a quello che è lo standard dell'isola per andare meglio incontro alle esigenze di bevibilità dei gusti odierni. Anche il corpo è molto snello, quasi sfuggevole; si mantiene comunque l'equilibrio dell'insieme, dato che la luppolatura non lo sovrasta.Ultima nuova conoscenza è Yalkys, beerfirm pesarese, la cui birra di punta è una kolsch - cosa assai inusuale - la Kappadueo. Schiuma noteovle, candida e di grana fine; aromi floreali ed erbacei come da manuale, con leggerissime note d'agrume, che rimangono tenui e delicati; corpo scorrevole ma non sfuggente - la componente del cerale, con toni quasi di miele, è comunque presente - e finale di un amaro pulito. Per quanto stia muovendo i primi passi, mi è sembrata una realtà promettente.Nel complesso, nessuna birra costruita per "spaccare" - neanche in stili che pur si presterebbero -, denotando piuttosto quella che è una tendenza che ormai si sta consolidando alla ricerca della pulizia all'interno della sobrietà dopo anni passati a cercare di stupire. Non resta ora che attendere questo weekend con i birrifici triveneti...

Santa Lucia, capitolo primo

Ok, ok: non fate come una mia amica che, quando le ho detto di essere impegnata per Santa Lucia nel weekend, mi ha risposto "Ma Santa Lucia non era il 13 dicembre?". Confido che, se state leggendo questo blog, sappiate che mi sto riferendo alla Fiera della Birra Artigianale di Santa Lucia di Piave - di cui tante volte ho già scritto, e con cui come sapete collaboro, giusto per trasparenza. Durante il primo weekend dedicato ai birrifici italiani ho sia fatto nuove conoscenze che ritrovato vecchi amici, nonché assaggiato nuove birre dai vecchi amici; mi limiterò quindi ad una veloce panoramica su nuovi amici e nuove birre.La prima nuova conoscenza è stato l'agribirrificio senese La Diana, di cui mi è stata suggerita la apa La Pia (tutti i nomi delle birre sono dei richiami danteschi) fresca di titolo di "Birra Quotidiana" Slow Food. In effetti il titolo è appropriato, nella misura in cui si tratta di una birra pensata per la facile beva e senza alcun eccesso - aroma agrumato sì ma non invasivo, corpo non evanescente ma comunque molto snello con una punta caramellata, e finale di un amaro che pulisce ma delicato e senza persistenze.Altro nuovo ingresso è La Gramigna, birrificio di Casa del Diavolo (Perugia). Novità della casa che mi hanno suggerito di provare è la Neipa, con il 30% di cereali non maltati. La relativa nota acidula si nota infatti sia nel corpo che già leggermente all'aroma, dove spiccano però di più i toni agrumati e di frutta a pasta gialla del luppolo (e del lievito del Vermont, mi ha anche detto al birraio, che ha una caratteristica nota di albicocca. Personalmente non sono riuscita ad "isolare" l'albicocca nello specifico, ma riferisco per onor di cronaca). Anche questa di facile bevibilità, più impegnativo invece il finale di un amaro secco, netto e persistente.Con piacere ho poi rivisto i Chianti Brew Fighters, che hanno presentato la nuova rauch La Bruciata. Non immaginatevi la classica rauch di Bamberga, questa rimane nettamente più delicata all'aroma nonostante il 55% di malto rauch; scorrevole in bocca, per quanto il corpo sia più pieno delle controparti tedesche, e leggermente sapida sul finale data l'aggiunta di fleur de sel. Si può addirittura dire che disseta, a differenza di certe rach molto "importanti" - che personalmente mi fanno chiedere un bicchier d'acqua alla fine, per quanto possano essere buone - tanto che l'ho trovata abbinarsi bene con il fritto per contrasto.Ho ritrovato anche il birrificio Trami, con la nuova versione della loro ipa Bleis. Una ipa da tradizione inglese con luppoli inglesi - non aspettatevi quindi esplosioni di agrumi, ma piuttosto toni erbacei, terrosi e balsamici -, ma assai più delicata rispetto a quello che è lo standard dell'isola per andare meglio incontro alle esigenze di bevibilità dei gusti odierni. Anche il corpo è molto snello, quasi sfuggevole; si mantiene comunque l'equilibrio dell'insieme, dato che la luppolatura non lo sovrasta.Ultima nuova conoscenza è Yalkys, beerfirm pesarese, la cui birra di punta è una kolsch - cosa assai inusuale - la Kappadueo. Schiuma noteovle, candida e di grana fine; aromi floreali ed erbacei come da manuale, con leggerissime note d'agrume, che rimangono tenui e delicati; corpo scorrevole ma non sfuggente - la componente del cerale, con toni quasi di miele, è comunque presente - e finale di un amaro pulito. Per quanto stia muovendo i primi passi, mi è sembrata una realtà promettente.Nel complesso, nessuna birra costruita per "spaccare" - neanche in stili che pur si presterebbero -, denotando piuttosto quella che è una tendenza che ormai si sta consolidando alla ricerca della pulizia all'interno della sobrietà dopo anni passati a cercare di stupire. Non resta ora che attendere questo weekend con i birrifici triveneti...

Cercasi sala cottura da 250/300 litri

Cerco sala cottura produzione 250/300 litri. Eventuali altri accessori quali fermentatori (sia da cotta singola che da doppia cotta), mulino, lava riempi fusti, ecc. Per info e contatti potete scrivere all’indirizzo michel.bcq@icloud.com.

Notizie dal Lambic: le novità di Oud Beersel e il debutto di Lambiek Fabriek e Belgoo

Su Cronache di Birra siamo soliti concentrarci sulla scena birraria italiana, ma non disdegnano di seguire quanto avviene fuori dai confini nazionali, soprattutto in concomitanza con notizie di ampio spessore. Tra le aree di nostro interesse c’è una piccola regione europea che, giustamente, cattura spesso la nostra attenzione: il Pajottenland belga, quel piccolo e leggendario ...

Nuove birre da Lambrate, Hammer, MC-77, Muttnik, BAV e altri

Sapevate che, nonostante le tante birre realizzate negli anni, fino a qualche giorno fa il Birrificio Lambrate ancora non aveva creato una sua “acida”? Personalmente no, tuttavia è ciò che l’azienda milanese afferma introducendo la sua ultima novità, presentata ufficialmente lo scorso 28 marzo. La Sal Aqua (5%) è ispirata alle classiche Gose di Lipsia ...

Prossimi eventi per il mese di aprile: Bosa Beer Fest, Acido Acida e altri

La panoramica di oggi sui prossimi eventi birrari si concentra principalmente sulla seconda metà di aprile, dove non mancheranno appuntamenti molto interessanti. I due più importanti saranno sicuramente il Bosa Beer Fest e Acido Acida, che si terranno rispettivamente in provincia di Oristano e a Ferrara. Il primo si avvarrà della presenza di 19 birrifici ...

Da Benevento con furore, capitolo primo

Ho avuto il piacere qualche tempo fa di conoscere, anche se non di persona ma soltanto attraverso le sue birre - e cos'altro, direte voi? Vabbè, ma andare di persona è sempre diverso - il birrificio Maltovivo, dalla provincia di Benevento. Già avevo letto alcuni articoli e recensioni a proposito del birrificio, ed era quindi nata la curiosità di saperne di più; per cui un pacco degustazione con le sei birre prodotte era quanto di meglio potessi a tal fine farmi recapitare a casa, data la distanza fisica da Udine a Ponte.Non le ho degustate secondo quello che sarebbe l'ordine canonico: dato che non le ho assaggiate tutte e sei nello stesso momento, la scelta è stata in base a quella che era l'occasione, o l'abbinamento che avevo tra le mani. La prima che ho bevuto è stata la dark belgian ale Farenheit, dall'aroma "belga" da manuale - frutta gialla, pera in particolare, spezie e una nota caramellata. Il malto del corpo dolce e robusto fa risaltare i toni frutta secca, soprattutto nocciole, con qualche lieve nota alcolica e quasi di legno; prima di un finale decisamente secco per il genere, che non concede nulla al dolce virando piuttosto su una punta di amaro. Direi che ho apprezzato soprattutto l'equilibrio, trattandosi di una birra sì molto robusta ma che non risulta pesante né stucchevole.In seconda battuta la stout Black Lizard. Notevole la schiuma color cappuccino, densa e compatta, da cui salgono aromi tostati tententi quasi al torbato e di caffè. Il corpo è ben pieno ma rotondo e scorrevole, dai sapori di cioccolato che virano poi in liquirizia, fino ad un finale anche qui decisamente secco in cui ritorna l'amaro del caffè. Come tutte le stout riserva comunque interessanti evoluzioni al salire della temperatura: compaiono infatti note di liquore - per un attimo vi ho percepito addirittura del whiskey - tanto che, se non fosse per il grado alcolico relativamente contenuto (6,5), la si direbbe quasi strizzare l'occhio alle imperial in quanto a robustezza.Ultima di questo capitolo, la american ipa Noscia: luppolatura ben percepibile ma non invadente, tra agrumi e resina di pino, più qualche nota di caramello ben amalgamata; caramello che si ripropone in forze nel corpo, prima di una chiusura che contrasta però in forze questa dolcezza con un'agrumato resinoso. Da notare anche la nota balsamica sul finale, quasi da liquore alle erbe, che contibuisce a dare un tocco di freschezza - nonché di originalità.Nota di merito anche alla brochure descrittiva delle birre, ben fatta sotto il profilo informativo - descrizioni dettagliate delle caratteristiche e dei possibili abbinamenti, acocmpagnate da tutte le note tecniche di produzione quali luppoli usate in amaro e in aroma, ibu, tipo di lievito e di malti, original e final gravity e grado alcolico.Per ora, dunque, tutte birre che mi hanno positivamente colpita, e per le quali faccio una nota di merito al birrificio; senz'altro come marchio di fabbrica, potrei citare l'attenzione all'equilibrio complessivo e la tendenza ai finali secchi, che lasciano la bocca pulita e invogliano ad un altro sorso. Ci risentiamo per il prossimo capitolo...