Free Lions vende 2 fermentatori da 30 hl e 16 hl

Free Lions, in fase di razionalizzazione e modifica della cantina, vende n. 2 fermentatori marca LA INOX (1 da 30hl e 1 da 16hl) fondo conico, coibentati con fascia glicole sul fasciame e sul cono non isobarici. Sono comprese le valvole motorizzate mod. COMPARATO e tabelle di taratura. Per ulteriori informazioni scrivere info@freelionsbeer.it.

Fvg, la birra artigianale è legge

Ebbene sì, ora è legge: il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato ieri il già noto progetto di legge per la tutela della birra artigianale, a forma dei consiglieri Emiliano Edera e Enzo Marsilio. Con 30 voti a favore e soltanto un contrario, il testo entra ora a tutti gli effetti nel corpus normativo regionale. Come si legge nel comunicato stampa diramato, tra i punti fondamentali della legge ci sono "la promozione delle produzioni di qualità attraverso la concessione di incentivi ad hoc su infrastrutture e impianti; l'istituzione di un registro dei birrifici artigianali del Friuli Venezia Giulia, l'avvio di percorsi di formazione e aggiornamento professionale degli operatori di settore. L'Aula, prima del voto, ha perfezionato il testo approvando alcuni emendamenti; uno dei quali estende alla birra artigianale l'utilizzo del marchio Agricoltura Qualità Ambiente (AQUA), certificazione di qualità concessa dall'Ersa in presenza di specifici requisiti, tra i quali la tracciabilità totale della filiera e il ridotto raggio di sviluppo della stessa, non superiore ai 90 chilometri. Un'ulteriore modifica interessa la definizione stessa di "birra artigianale del Friuli Venezia Giulia" che potrà essere utilizzata per un ciclo produttivo svolto interamente nel territorio regionale, a eccezione non del solo processo di maltazione, ma anche della produzione del luppolo - modifica ad hoc, mi si permetta di osservare, dato che altrimenti nessun birrificio sarebbe mai potuto rientrare in tali parametri -. Viene inoltre stanziato un finanziamento complessivo di 135mila euro per le finalità previste dalle norme: 45mila euro all'anno per il triennio 2017-2019".Grande naturalmente  la soddisfazione da parte dei proponenti e dei birrai tutti; anche perché, pur in presenza di diverse proposte di legge regionale in Italia (ricordo il Veneto, il Piemonte e la Sardegna) il Fvg è il primo ad arrivare all'approvazione in aula. Ho avuto modo di contattare il consigliere Emiliano Edera, al quale ho rivolto alcune domande.Consigliere Edera, come mai, tra le tante produzioni artigianali in Regione, si è scelto di puntare proprio sulla birra?Insieme a un gruppo di consiglieri abbiamo incontrato alcuni rappresentanti dell'Associazione artigiani birrai del Friuli Venezia Giulia, che ci hanno esposto le loro esigenze. Data la forte crescita del settore, che rappresenta un fiore all'occhiello per la Regione, abbiamo ritenuto opportuno dare un quadro normativo. Che contributo ha portato la discussione in aula rispetto a quanto già avvenuto in Commissione?La modifica principale consiste nella questione del marchio: si è scelto di puntare su di uno già rigistrato come AQUA, invece di crearne uno nuovo, per evitare potenziali impugnazioni di un marchio legato al territorio - rispetto alle quali esiste peraltro già una certa giurispridenza. Lo sforzo è comunque stato quello di coprire tutti i tipi di realtà, pur in assenza di un marchio specifico.C'è poi la questione dei fondi e dei criteri con cui vengono ripartiti: 45 mila euro l'anno sono sicuramente una buona notizia, ma con oltre 30 birrifici in Regione il rischio di dare finanziamenti a pioggia o comunque in maniera non del tutto efficace è un nodo da tenere presente. Come agirete?Innanzitutto va precisato che si tratta di una cifra iniziale, per dare il via a questa legge, e contiamo di aumentare la dotazione. Per il resto, saranno i regolamenti attuativi a definire in maniera dettagliata i criteri da utilizzare. La cosa che più mi ha fatto piacere è stato che anche i diretti interessati, i birrai, durante le auduzioni hanno espresso soddisfazione: il che mi conforta rispetto al fatto che stiamo andando nella direzione giusta. Rimanete sintonizzati per il commento di Enzo Marsilio...

Fvg, la birra artigianale è legge

Ebbene sì, ora è legge: il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato ieri il già noto progetto di legge per la tutela della birra artigianale, a forma dei consiglieri Emiliano Edera e Enzo Marsilio. Con 30 voti a favore e soltanto un contrario, il testo entra ora a tutti gli effetti nel corpus normativo regionale. Come si legge nel comunicato stampa diramato, tra i punti fondamentali della legge ci sono "la promozione delle produzioni di qualità attraverso la concessione di incentivi ad hoc su infrastrutture e impianti; l'istituzione di un registro dei birrifici artigianali del Friuli Venezia Giulia, l'avvio di percorsi di formazione e aggiornamento professionale degli operatori di settore. L'Aula, prima del voto, ha perfezionato il testo approvando alcuni emendamenti; uno dei quali estende alla birra artigianale l'utilizzo del marchio Agricoltura Qualità Ambiente (AQUA), certificazione di qualità concessa dall'Ersa in presenza di specifici requisiti, tra i quali la tracciabilità totale della filiera e il ridotto raggio di sviluppo della stessa, non superiore ai 90 chilometri. Un'ulteriore modifica interessa la definizione stessa di "birra artigianale del Friuli Venezia Giulia" che potrà essere utilizzata per un ciclo produttivo svolto interamente nel territorio regionale, a eccezione non del solo processo di maltazione, ma anche della produzione del luppolo - modifica ad hoc, mi si permetta di osservare, dato che altrimenti nessun birrificio sarebbe mai potuto rientrare in tali parametri -. Viene inoltre stanziato un finanziamento complessivo di 135mila euro per le finalità previste dalle norme: 45mila euro all'anno per il triennio 2017-2019".Grande naturalmente  la soddisfazione da parte dei proponenti e dei birrai tutti; anche perché, pur in presenza di diverse proposte di legge regionale in Italia (ricordo il Veneto, il Piemonte e la Sardegna) il Fvg è il primo ad arrivare all'approvazione in aula. Ho avuto modo di contattare il consigliere Emiliano Edera, al quale ho rivolto alcune domande.Consigliere Edera, come mai, tra le tante produzioni artigianali in Regione, si è scelto di puntare proprio sulla birra?Insieme a un gruppo di consiglieri abbiamo incontrato alcuni rappresentanti dell'Associazione artigiani birrai del Friuli Venezia Giulia, che ci hanno esposto le loro esigenze. Data la forte crescita del settore, che rappresenta un fiore all'occhiello per la Regione, abbiamo ritenuto opportuno dare un quadro normativo. Che contributo ha portato la discussione in aula rispetto a quanto già avvenuto in Commissione?La modifica principale consiste nella questione del marchio: si è scelto di puntare su di uno già rigistrato come AQUA, invece di crearne uno nuovo, per evitare potenziali impugnazioni di un marchio legato al territorio - rispetto alle quali esiste peraltro già una certa giurispridenza. Lo sforzo è comunque stato quello di coprire tutti i tipi di realtà, pur in assenza di un marchio specifico.C'è poi la questione dei fondi e dei criteri con cui vengono ripartiti: 45 mila euro l'anno sono sicuramente una buona notizia, ma con oltre 30 birrifici in Regione il rischio di dare finanziamenti a pioggia o comunque in maniera non del tutto efficace è un nodo da tenere presente. Come agirete?Innanzitutto va precisato che si tratta di una cifra iniziale, per dare il via a questa legge, e l'obiettivo è quello di aumentare la dotazione. Per il resto, saranno i regolamenti attuativi a definire in maniera dettagliata i criteri da utilizzare. La cosa che più mi ha fatto piacere è stato che anche i diretti interessati, i birrai, durante le auduzioni hanno espresso soddisfazione: il che mi conforta rispetto al fatto che stiamo andando nella direzione giusta. Ho poi avuto modo di contattare anche Enzo Marsilio, l'altro firmatario del testo.Consigliere Marsilio, lo chiedo anche lei: come mai tra le tante produzioni si è scelta la birra artigianale?Innanzitutto perché, pur essendo un settore che in quanto a dimensioni può essere considerato di nicchia, abbiamo delle punte di eccellenza che hanno ottenuto riconoscimenti anche a livello europeo; e in secondo luogo perché, se pensiamo al percorso di valorizzazione del vino che è stato fatto con successo, è ora evidente la necessità di un analogo accompagnamento da parte della Regione anche per quello birrario. Penso in particolare alla definizione di una filiera regionale, sia per il luppolo - specie ora che si sta lavorando per superare alcuni limiti normativi a livello europeo - che per l'orzo e la maltazione: un micromaltificio in Regione ci può stare, dando seguito a quelli che sono i progetti già avviati. Qual è a suo avviso il maggior punto di forza, e quale invece la criticità più significativa, di questa legge?Il maggior punto di forza è proprio il fatto stesso di aver approvato la legge: siamo la prima Regione in Italia a farlo, e questo significa trasmettere un messaggio molto forte. La maggior criticità è la mancanza, al momento, di una chiara definizione della filiera già nel testo di legge, come avrei invece auspicato. Già diversi enti, in primo luogo l'Ersa, stanno lavorando in questa direzione: penso ad esempio a ciò che già ha fatto e sta facendo per quanto riguarda l'orzo. Ora rimane da incrementare il settore del luppolo. Non sarà un percorso breve, ma aver definito questo quadro di base è comunque un punto di partenza. Quando prevede che si potrà andare a regime?I regolamenti devono essere operativi entro 180 giorni, per cui contiamo di partire entro la fine dell'anno. Sono comunque già accessibili ai birrifici sia i bandi rivolti alel aziende artigiane che, per gli agribirrifici, quelli ricolte alle aziende agricole: il che va ad aggiungersi alla dotazione economica prevista da questa legge.

La falsa cessione di Mahrs ad AB Inbev e l’angoscia di noi appassionati

Da quando per le multinazionali è cominciata la stagione dello shopping nel mondo della birra artigianale, abbiamo imparato a non meravigliarci più di niente. Eppure ogni tanto escono notizie che ci fanno ancora sobbalzare sulla sedia, come quella recente – poi rivelatasi infondata, precisiamolo subito – dell’imminente vendita di Mahrs Brau al colosso AB Inbev. La ...

Massimiliano cerca un impiego nel nord Italia

Sono un homebrewer circa da 10 anni e ho seguito dei corsi su degustazioni fatti da Fermento Birra (Conoscere la birra). Ho poi frequentato un altro corso riguardante la fabbricazione della birra. Il corso è stato fatto dall’associazione Assoapi (Tecnico Birraio) dove mi è stato anche rilasciato la certificazione haccp e l’attestato di Tecnico birraio. ...

Senza glutine e dintorni

Pochi giorni fa sono stata invitata dall'amica Elvira Ackermann della Squillari, importatrice per l'Italia delle birre senza glutine Green's, ad una serata sul tema del "gluten free" - sì, dirlo in inglese pare essere più quotato - organizzata a Villorba (Treviso) dalla società P&T Consulting. Trattasi di una società di consulenza specializzata nel tema del "free from" (gltuine, nello specifico): l'idea è quindi quella di offrire i propri servizi alle aziende che operano nel settore, elaborando strategie specifiche per questo comparto. Al di là delle birre Green's nello specifico, che avevo già avuto modo di conoscere al Beer Attraction come avevo scritto in questo post, la serata è stata occasione per alcuni spunti di riflessione.Partiamo dalle ovvietà, ossia che chi chiede di bere senza glutine naturalmente chiederà anche di mangiare senza glutine - vuoi cibi che ne siano naturalmente privi, vuoi quelli deglutinati: in quest'ottica ha senz'altro senso che le aziende che trattano prodotti diversi ma sotto questo minimo comun denominatore facciano squadra; e affidarsi ad una "regia unica" - che sia una società di consulenza o un altro ente - è un modo per farlo. Tanto più in un segmento come quello del senza glutine che, come è stato ricordato più volte nel corso della serata, negli ultimi anni ha visto non solo una crescita esponenziale dei consumatori ma anche delle aziende che vi sono entrate a fronte di questa domanda in crescita.E qui è uscita un'altra considerazione, che mi ha fatto riflettere. Uno degli intervenuti ha fatto notare come in un settore un tempo appannaggio di pochi piccoli produttori specializzati siano poi entrate le grandi aziende dell'alimentare. Un segmento che per queste rappresentava e rappresenta una minima percentuale del giro d'affari, ma nel quale hanno voluto essere presenti; determinando, con la loro entrata, la rottura degli equilibri con relative difficoltà per molte piccole aziende. Ma guarda un po' te, mi sono detta, questo discorso mi pare proprio di averlo già sentito: lo stesso grido d'allarme che da tempo lanciano Unionbirrai e piccoli produttori in genere, a fronte del fenomeno delle crafty e delle acquisizioni. Certo sovrapporre in toto i due casi non sarebbe del tutto corretto, però senz'altro è legittimo chiedersi fino a che punto il mondo della birra artigianale può trarre utili spunti da queste osservazioni.Mondo della birra artigianale che, peraltro, è sempre più presente anche appunto nel senza glutine (tema già lungamente dibattuto): da chi come Green's vi ha dedicato l'intera gamma, a chi vi dedica una o più referenze, anche qui la domanda è arrivata a stimolare l'offerta. Il che implica naturalmente, soprattutto per chi produce sia con che senza glutine, adottare tutti gli opportuni accorgimenti in fase produttiva con relativi costi. Insomma, non proprio una passeggiata.Venendo alle Green's nello specifico, che hanno accompagnato il buffet che è seguito (nella foto: Elvira Ackermann e Federica Felice del Birrificio Cittavecchia), ho avuto modo di aggiungere alla mia personale lista la Gutsy Dark Ale, dal color ambrato scuro e dagli intensi sapori torrefatti, con nel finale qualche nota di legno e di caramello; la Gallant Amber Ale, per certi versi la "sorella minore", dai toni dolci e fruttati ma senza indulgere sulla componente zuccherina grazie ad un finale secco. A colpirmi di più - nel bene e nel male, dato che l'ho trovata fin troppo esuberante per i miei gusti - è stata senz'altro la Gold Dry Hopped Lager, una vera e propria esplosione di frutta tropicale grazie ad una ricchissima luppolatura con Willaimette, Simcoe, Amarillo, Target e Nelson Sauvin; e che presenta un corpo che, pur estremamente snello, rimane comunque peculiare, non essendo a base di malto d'orzo ma di sorgo, miglio, grano saraceno e riso integrale. Senz'altro non una birra per puristi, ma gradevole da bere nelle giornate calde anche grazie alla chusura di un amaro leggero ma netto.Di nuovo un grazie ad Elvira e a P&T Consulting per l'invito e l'ospitalità.

Senza glutine e dintorni

Pochi giorni fa sono stata invitata dall'amica Elvira Ackermann della Squillari, importatrice per l'Italia delle birre senza glutine Green's, ad una serata sul tema del "gluten free" - sì, dirlo in inglese pare essere più quotato - organizzata a Villorba (Treviso) dalla società P&T Consulting. Trattasi di una società di consulenza specializzata nel tema del "free from" (gltuine, nello specifico): l'idea è quindi quella di offrire i propri servizi alle aziende che operano nel settore, elaborando strategie specifiche per questo comparto. Al di là delle birre Green's nello specifico, che avevo già avuto modo di conoscere al Beer Attraction come avevo scritto in questo post, la serata è stata occasione per alcuni spunti di riflessione.Partiamo dalle ovvietà, ossia che chi chiede di bere senza glutine naturalmente chiederà anche di mangiare senza glutine - vuoi cibi che ne siano naturalmente privi, vuoi quelli deglutinati: in quest'ottica ha senz'altro senso che le aziende che trattano prodotti diversi ma sotto questo minimo comun denominatore facciano squadra; e affidarsi ad una "regia unica" - che sia una società di consulenza o un altro ente - è un modo per farlo. Tanto più in un segmento come quello del senza glutine che, come è stato ricordato più volte nel corso della serata, negli ultimi anni ha visto non solo una crescita esponenziale dei consumatori ma anche delle aziende che vi sono entrate a fronte di questa domanda in crescita.E qui è uscita un'altra considerazione, che mi ha fatto riflettere. Uno degli intervenuti ha fatto notare come in un settore un tempo appannaggio di pochi piccoli produttori specializzati siano poi entrate le grandi aziende dell'alimentare. Un segmento che per queste rappresentava e rappresenta una minima percentuale del giro d'affari, ma nel quale hanno voluto essere presenti; determinando, con la loro entrata, la rottura degli equilibri con relative difficoltà per molte piccole aziende. Ma guarda un po' te, mi sono detta, questo discorso mi pare proprio di averlo già sentito: lo stesso grido d'allarme che da tempo lanciano Unionbirrai e piccoli produttori in genere, a fronte del fenomeno delle crafty e delle acquisizioni. Certo sovrapporre in toto i due casi non sarebbe del tutto corretto, però senz'altro è legittimo chiedersi fino a che punto il mondo della birra artigianale può trarre utili spunti da queste osservazioni.Mondo della birra artigianale che, peraltro, è sempre più presente anche appunto nel senza glutine (tema già lungamente dibattuto): da chi come Green's vi ha dedicato l'intera gamma, a chi vi dedica una o più referenze, anche qui la domanda è arrivata a stimolare l'offerta. Il che implica naturalmente, soprattutto per chi produce sia con che senza glutine, adottare tutti gli opportuni accorgimenti in fase produttiva con relativi costi. Insomma, non proprio una passeggiata.Venendo alle Green's nello specifico, che hanno accompagnato il buffet che è seguito (nella foto: Elvira Ackermann e Federica Felice del Birrificio Cittavecchia), ho avuto modo di aggiungere alla mia personale lista la Gutsy Dark Ale, dal color ambrato scuro e dagli intensi sapori torrefatti, con nel finale qualche nota di legno e di caramello; la Gallant Amber Ale, per certi versi la "sorella minore", dai toni dolci e fruttati ma senza indulgere sulla componente zuccherina grazie ad un finale secco. A colpirmi di più - nel bene e nel male, dato che l'ho trovata fin troppo esuberante per i miei gusti - è stata senz'altro la Gold Dry Hopped Lager, una vera e propria esplosione di frutta tropicale grazie ad una ricchissima luppolatura con Willaimette, Simcoe, Amarillo, Target e Nelson Sauvin; e che presenta un corpo che, pur estremamente snello, rimane comunque peculiare, non essendo a base di malto d'orzo ma di sorgo, miglio, grano saraceno e riso integrale. Senz'altro non una birra per puristi, ma gradevole da bere nelle giornate calde anche grazie alla chusura di un amaro leggero ma netto.Di nuovo un grazie ad Elvira e a P&T Consulting per l'invito e l'ospitalità.

Nuove birre da Birrificio dei Castelli, MC-77, Eastside, P3 Brewing e altri

Cominciamo la panoramica odierna sulle nuove birre italiane con il Birrificio dei Castelli, produttore marchigiano che negli ultimi tempi si sta facendo notare per i riconoscimenti ottenuti e il livello qualitativo delle sue creazioni. Le novità sono due ed entrambe perfette per la stagione calda, sebbene destinate ad entrare regolarmente in produzione. La Bibere (4,5%) ...