Santa Lucia, capitolo terzo

Ed eccoci all'ultimo weekend di fiera a Santa Lucia, dedicato ai birrifici esteri più l'ospite italiano Beer In.Parto da quest'ultimo, che già avevo conosciuto al BeVe a Mestre - dove avevo assaggiato la rauch Rata Vuloira ("Il pipistrello", tutti i nomi delle birre sono in piemontese) e la strong belgian ale Babi ("La rana"). Questa volta su consiglio del birraio ho provato la weizen Peru Pistun ("La libellula"), appena premiata a Birra dell' anno: sicuramente una birra che sa stupire, con il 70% di frumento non maltato, una schiuma abbondante e particolarmente morbida, aroma intenso ma setoso al tempo stesso tra banana, chiodi di garofano e cereale, corpo ben pieno in cui il frumento la fa da padrone, finale secco e pulito della stessa setosità. Colpita positivamente, ho così voluto provare la pils Gil ("Il ghiro") in quanto è uno degli stili che considero metro di misura della maestria di un birraio: e in effetti, pur senza voler questa volta stupire, si tratta di una pils pulita e in stile, canonici aromi di cereale e luppoli nobili, corpo scorrevole ma non evanescente di crosta di pane, e taglio finale di un amaro gentile.Una pils che mi ha invece stupita è stata quella del birrificio boemo (embè, direte voi) Unetcike Pivo, new entry nel parco birre di Beergate. Una birra che, come da tradizione ceca, va bevuta freschissima per essere apprezzata al meglio (ha scadenza a 30 giorni, mi è stato riferito): aromi intensissimi di cereale e luppolo Saaz, corpo pieno di pasta e crosta di pane, finale con una punta di acidulo seguita da un amaro intenso, secco e netto, prima di un ritorno a sorpresa del cereale sui toni del pane tostato. Senz'altro un prodotto interessante, e per il birrificio e Beergate sarà una sfida significativa il fatto di farlo arrivare al consumatore sempre nella forma migliore.Del britannico Oakham, new entry per Santa Lucia, ho provato la ipa Green Devil portata da La Birroteca: intensissimi aromi citrico e di frutta tropicale, prima di un corpo scorrevole che appare inizialmente dolce, ma lascia presto il posto al finale di un amaro agrumato. Sosta interessante anche quella allo stand di birre olandesi, con i birrifici Kees - nuovo per me - e De Molen: del primo ho provato la ipa Hazy Sunrise, intensamente caratterizzata dal luppolo citra e di facile beva; e del secondo la imperial stout Rasputin, dieci gradi di possenti aromi e sapori tra caffè, cioccolato, liquirizia, e finanche un finale dai toni leggermente torbati.Merita poi una menzione a parte la degustazione organizzata dall'associazione Le Donne della Birra, che come socia ho condotto insieme alla sommelier Barbara Lombardi e a Lucia Del Vecchio, titolare del birrificio 5+ di Trento. Tre le birre in degustazione, una Saison - dalla speziatura particolarmente notevole, e recentemente insignita del Kubo d'oro a Bolzano -, una apa - sui toni citrici e dal corpo snello, tanto da far risaltare particolarmente il taglio amaro finale - e una ipa - con una luppolatura di frutta tropicale e un corpo più robusto e caramellato, tanto da risultare del tutto equilibrato rispetto all'amaro nonostante i 50 ibu dichiarati. Significativa la partecipazione del pubblico, che ha mostrato di apprezzare sia le birre che lo scambio di storie, idee e inforazioni in particolare con Lucia.Chiudo qui la mia panoramica su Santa Lucia; ringraziando tutti i birrifici, anche quelli a cui ho potuto dedicare solo una sosta fugace e di cui non ho scritto in questo blog.

Santa Lucia, capitolo terzo

Ed eccoci all'ultimo weekend di fiera a Santa Lucia, dedicato ai birrifici esteri più l'ospite italiano Beer In.Parto da quest'ultimo, che già avevo conosciuto al BeVe a Mestre - dove avevo assaggiato la rauch Rata Vuloira ("Il pipistrello", tutti i nomi delle birre sono in piemontese) e la strong belgian ale Babi ("La rana"). Questa volta su consiglio del birraio ho provato la weizen Peru Pistun ("La libellula"), appena premiata a Birra dell' anno: sicuramente una birra che sa stupire, con il 70% di frumento non maltato, una schiuma abbondante e particolarmente morbida, aroma intenso ma setoso al tempo stesso tra banana, chiodi di garofano e cereale, corpo ben pieno in cui il frumento la fa da padrone, finale secco e pulito della stessa setosità. Colpita positivamente, ho così voluto provare la pils Gil ("Il ghiro") in quanto è uno degli stili che considero metro di misura della maestria di un birraio: e in effetti, pur senza voler questa volta stupire, si tratta di una pils pulita e in stile, canonici aromi di cereale e luppoli nobili, corpo scorrevole ma non evanescente di crosta di pane, e taglio finale di un amaro gentile.Una pils che mi ha invece stupita è stata quella del birrificio boemo (embè, direte voi) Unetcike Pivo, new entry nel parco birre di Beergate. Una birra che, come da tradizione ceca, va bevuta freschissima per essere apprezzata al meglio (ha scadenza a 30 giorni, mi è stato riferito): aromi intensissimi di cereale e luppolo Saaz, corpo pieno di pasta e crosta di pane, finale con una punta di acidulo seguita da un amaro intenso, secco e netto, prima di un ritorno a sorpresa del cereale sui toni del pane tostato. Senz'altro un prodotto interessante, e per il birrificio e Beergate sarà una sfida significativa il fatto di farlo arrivare al consumatore sempre nella forma migliore.Del britannico Oakham, new entry per Santa Lucia, ho provato la ipa Green Devil portata da La Birroteca: intensissimi aromi citrico e di frutta tropicale, prima di un corpo scorrevole che appare inizialmente dolce, ma lascia presto il posto al finale di un amaro agrumato. Sosta interessante anche quella allo stand di birre olandesi, con i birrifici Kees - nuovo per me - e De Molen: del primo ho provato la ipa Hazy Sunrise, intensamente caratterizzata dal luppolo citra e di facile beva; e del secondo la imperial stout Rasputin, dieci gradi di possenti aromi e sapori tra caffè, cioccolato, liquirizia, e finanche un finale dai toni leggermente torbati.Merita poi una menzione a parte la degustazione organizzata dall'associazione Le Donne della Birra, che come socia ho condotto insieme alla sommelier Barbara Lombardi e a Lucia Del Vecchio, titolare del birrificio 5+ di Trento. Tre le birre in degustazione, una Saison - dalla speziatura particolarmente notevole, e recentemente insignita del Kubo d'oro a Bolzano -, una apa - sui toni citrici e dal corpo snello, tanto da far risaltare particolarmente il taglio amaro finale - e una ipa - con una luppolatura di frutta tropicale e un corpo più robusto e caramellato, tanto da risultare del tutto equilibrato rispetto all'amaro nonostante i 50 ibu dichiarati. Significativa la partecipazione del pubblico, che ha mostrato di apprezzare sia le birre che lo scambio di storie, idee e inforazioni in particolare con Lucia.Chiudo qui la mia panoramica su Santa Lucia; ringraziando tutti i birrifici, anche quelli a cui ho potuto dedicare solo una sosta fugace e di cui non ho scritto in questo blog.

Viaggio nell’est birrario: Moldova e Romania

Chiunque si definisca beer hunter prova, ovunque si trovi nel mondo, l’irresistibile desiderio di assaggiare le birre locali. Sia che si tratti di celebri destinazioni birrarie, sia di posti sconosciuti ai più, la ricerca inizia qualche giorno prima della partenza. Internet è il riferimento principale e Ratebeer lo strumento più utilizzato. Tuttavia il vero beer ...

Il birrificio Hopinion vende un’infustatrice

Il birrificio Hopinion di Imola mette in vendita l’infustatrice Sifa Masterkeg anno di costruzione 2006 e completamente revisionata dalla casa costruttrice a Dicembre del 2017. Riempimento fusti con attacco baionetta(Fusto classico in acciaio) e modifica per riempimento fusti Polykeg. Impianto di lavaggio e sanificazione dei fusti prima del riempimento. La macchina è stata usata poco ...

Prossimi eventi: Seren Beer Festival, Villaggio del Gusto e altri

Ci siamo: il caldo è finalmente arrivato e dunque siamo ufficialmente entrati nella stagione dei festival birrari. Le belle giornate che ci aspettano si sommeranno con le due prossime festività ravvicinate (Liberazione e Festa del lavoro) creando una combo perfetta: i possibili “ponti” realizzabili saranno un’ottima scusa per rilassarsi in qualche evento a tema. Oltre alle ...

Come si valuta una birra: la nuova scheda sintetica del BJCP

Un paio di settimane fa il Beer Judge Certification Program (BJCP) ha annunciato il rilascio di una nuova scheda sintetica di valutazione per le birre, creata in collaborazione con l’American Homebrewers Association e ideata per concorsi molto ampi. Il BJCP è conosciuto soprattutto per le sue Style Guidelines, che sono considerate il documento di riferimento per ...

Nuovi locali ufficiali da Birrone, Yblon, Vale la Pena e KBirr

Birrifici italiani che aprono locali a proprio marchio: è senza dubbio questo uno dei fenomeni più importanti tra quelli attualmente in corso nel panorama nazionale. Oltre ai palesi vantaggi che queste realtà apportano, mi piace pensare che per molti “imprenditori brassicoli” possedere un pub di proprietà significa chiudere il cerchio, completare la propria attività. Rappresenta ...

Santa Lucia, capitolo secondo

Anche il secondo weekend della Fiera della Birra artigianale di Santa Lucia di Piave, dedicato ai birrifici triveneti, mi ha portato nuove conoscenze sia in termini di birrifici che in termini di birre. Il primo è stato Manto Bianco di Quarto d'Altino, nato pochi mesi fa da un gruppo di amici usciti dall'Accademia Dieffe. Ampia la gamma degli stili coperti, nonostante la giovane età; tra questi i birrai mi hanno consigliato la blanche Biancospino e la american ipa Filigrana. La prima, caratterizzata da pepe di Sichuan, bergamotto e arancia dolce, esibisce un potente aroma che ricorda appunto il biancospino; e che si ripropone in forze anche al palato, imponendosi su quelli che sono i toni di cereale classici delle blanche. Personalmente ho trovato questa caraterizzazione finanche eccessiva, almeno per il mio palato; c'è da dire che, se l'intenzione era appunto quella di ricreare l'aroma del biancospino pur non utilizzando i fiori, la cosa è perfettamente riuscita. Dai profili aromatici robusti anche la Filigrana, tra agrumi, frutta gialla e fiori d'arancio; a preludere ad un corpo che, pur nella robustezza del malto caramellato, è un'esplosione di frutta. A chiudere, un amaro citrico e netto ma sobrio. Anche questa dunque una birra vivace, ma che ho trovato ben equilibrata nel complesso.Altra nuova giovane realtà - un anno di attività - è  La Villana, birrificio con annesso ristorante e pizzeria di Grantorto (Padova). Una decina anche qui gli stili coperti, secondo la filosofia espressa dal birraio Marco di sperimentare, ma senza stravolgere gli stili: per questo ho ritenuto indicativo provare la Kolsch, seconda birra creata in ordine di tempo, sia perché è uno stile relativamente poco diffuso tra i microbirrifici, sia perché richiede grande precisione e pulizia - specie se si vuole sperimentare. Schiuma notevole, alta, candida e ben pannosa, aromi floreali molto delicati - perle e saphir -, corpo esile e scorrevole e taglio amaro finale netto e pulito. Oserei definirla più in stile di altre Kolsch che ho bevuto in Italia, ben pulita e fresca come da canoni.Tra le nuove birre dei vecchi amici c'è la Floky di Sognandobirra, birra di frumento con luppoli neozelandesi e centrifuga di pere del pero Missio - presidio Slow Food della Lessinia. Il fruttato dei luppoli neozelandesi si amalgama bene ai toni di pera all'aroma, prima di un corpo robusto che rende giustizia al cereale pur rimanendo scorrevole, e un finale in cui ritorna la pera. Ben costruita nella misura in cui rimane una birra e non un succo di frutta, risultando fresca e gradevole da bere.Novità anche in casa Plotegher, la birra d'abbazia Nevik e la lager con luppolo Cascade coltivato a Folgaria, la Asgard. La prima è una birra in stile, eccezion fatta per il corpo inusualmente leggero e scorrevole nonostante gli otto gradi alcolici - ammetto a questo proposito che personalmente avrei preferito un corpo più robusto, per quanto la cosa fosse voluta, così da non dare la sensazione di squilibrio rispetto a ciò che ci si aspetterebbe dall'aroma. Un'esplosione di aromi floreali invece la Asgard, ben sorretti da un corpo ricco di cereale, tanto da richiamare quasi sentori di frumento in seconda battuta.Accelerando un po' la panoramica, cito la Elan di Forgotten Beer - una "hop kolsch" con luppolo Comet, che reinterpreta totalmente lo stile -, la Blanche di Villa Chazil - questa sì perfettamente in stile - e la pale ale Furba di Mr Sez in versione wet hop, dai profumi freschi ed erbacei del luppolo particolarmente marcati.Stiamo ora in attesa dell'ultimo weekend con i birrifici esteri...

Santa Lucia, capitolo secondo

Anche il secondo weekend della Fiera della Birra artigianale di Santa Lucia di Piave, dedicato ai birrifici triveneti, mi ha portato nuove conoscenze sia in termini di birrifici che in termini di birre. Il primo è stato Manto Bianco di Quarto d'Altino, nato pochi mesi fa da un gruppo di amici usciti dall'Accademia Dieffe. Ampia la gamma degli stili coperti, nonostante la giovane età; tra questi i birrai mi hanno consigliato la blanche Biancospino e la american ipa Filigrana. La prima, caratterizzata da pepe di Sichuan, bergamotto e arancia dolce, esibisce un potente aroma che ricorda appunto il biancospino; e che si ripropone in forze anche al palato, imponendosi su quelli che sono i toni di cereale classici delle blanche. Personalmente ho trovato questa caraterizzazione finanche eccessiva, almeno per il mio palato; c'è da dire che, se l'intenzione era appunto quella di ricreare l'aroma del biancospino pur non utilizzando i fiori, la cosa è perfettamente riuscita. Dai profili aromatici robusti anche la Filigrana, tra agrumi, frutta gialla e fiori d'arancio; a preludere ad un corpo che, pur nella robustezza del malto caramellato, è un'esplosione di frutta. A chiudere, un amaro citrico e netto ma sobrio. Anche questa dunque una birra vivace, ma che ho trovato ben equilibrata nel complesso.Altra nuova giovane realtà - un anno di attività - è  La Villana, birrificio con annesso ristorante e pizzeria di Grantorto (Padova). Una decina anche qui gli stili coperti, secondo la filosofia espressa dal birraio Marco di sperimentare, ma senza stravolgere gli stili: per questo ho ritenuto indicativo provare la Kolsch, seconda birra creata in ordine di tempo, sia perché è uno stile relativamente poco diffuso tra i microbirrifici, sia perché richiede grande precisione e pulizia - specie se si vuole sperimentare. Schiuma notevole, alta, candida e ben pannosa, aromi floreali molto delicati - perle e saphir -, corpo esile e scorrevole e taglio amaro finale netto e pulito. Oserei definirla più in stile di altre Kolsch che ho bevuto in Italia, ben pulita e fresca come da canoni.Tra le nuove birre dei vecchi amici c'è la Floky di Sognandobirra, birra di frumento con luppoli neozelandesi e centrifuga di pere del pero Missio - presidio Slow Food della Lessinia. Il fruttato dei luppoli neozelandesi si amalgama bene ai toni di pera all'aroma, prima di un corpo robusto che rende giustizia al cereale pur rimanendo scorrevole, e un finale in cui ritorna la pera. Ben costruita nella misura in cui rimane una birra e non un succo di frutta, risultando fresca e gradevole da bere.Novità anche in casa Plotegher, la birra d'abbazia Nevik e la lager con luppolo Cascade coltivato a Folgaria, la Asgard. La prima è una birra in stile, eccezion fatta per il corpo inusualmente leggero e scorrevole nonostante gli otto gradi alcolici - ammetto a questo proposito che personalmente avrei preferito un corpo più robusto, per quanto la cosa fosse voluta, così da non dare la sensazione di squilibrio rispetto a ciò che ci si aspetterebbe dall'aroma. Un'esplosione di aromi floreali invece la Asgard, ben sorretti da un corpo ricco di cereale, tanto da richiamare quasi sentori di frumento in seconda battuta.Accelerando un po' la panoramica, cito la Elan di Forgotten Beer - una "hop kolsch" con luppolo Comet, che reinterpreta totalmente lo stile -, la Blanche di Villa Chazil - questa sì perfettamente in stile - e la pale ale Furba di Mr Sez in versione wet hop, dai profumi freschi ed erbacei del luppolo particolarmente marcati.Stiamo ora in attesa dell'ultimo weekend con i birrifici esteri...

Chiare, esili e super secche: dalla California arrivano le Extra Brut IPA

Lo sappiamo: ormai l’ambiente internazionale della birra artigianale è diventato irrequieto e nevrotico, sempre alla ricerca spasmodica della prossima novità da cavalcare, dissezionare e infine archiviare nel volgere di pochissimo tempo. Così in un paio di anni una consuetudine produttiva tipica del New England è stata dapprima elevata al grado di sottostile rivoluzionario, quindi trasformata ...